Il Baskin è uno sport che implica un notevole sforzo psicologico da parte di tutti i componenti della squadra. Per primo vi è l'allenatore il quale è preparato a classificare i vari giocatori poichè ad ognuno di loro dovrà dare un ruolo. Qualcosa di strano per un uomo: nessuno ha la facoltà di dire ad una persona "tu fai questo perchè sei così", egli deve segnare dei vincoli, dei limiti che il normodotato o il diversamente abile non deve superare. Lo sanno tutti che questo è il modo di mettere in piedi una squadra che voglia partecipare a questo tipo di campionato. Tutti si accettano per quello che sono perchè stando assieme imparano a conoscersi e a capire le difficoltà uno dell'altro. Le regole non sono uguali per tutti, ma tutti lo sanno, e questo permette di controllare il principio dell'inclusione, in modo tale che non diventi assistenza del più forte nei confronti del più debole.
Anche il basket "normale" fa molto sotto questo aspetto: ci si da una mano, ci si aiuta, ci si protegge...proprio perchè così deve essere la logica presente in ogni squadra di uno sport qualsiasi.
Uno sforzo notevole lo devono fare anche i giocatori che non presentano disabilità: essi devono cambiare completamente la loro visione di gioco, devono imparare a capire persone che possono apparire diverse da loro e soprattutto devono imparare a stare con queste persone. Ciò che accade ad un individuo che entra a far parte di una squadra del genere è inspiegabile, molte considerazioni e molte idee cambiano e questo non perchè ci viene insegnato, anzi, basta stare assieme ad Alessia e Mattia per qualche minuto per capire tutto quanto.
è proprio forte la sorpresa davanti ad un giocatore con grave disabilità che decide la partita con un canestro a pochi secondi dalla fine e tutta la squadra che corre in campo ad abbracciarlo, ma questa è solo una parte della magia che questo sport può regalare!!!
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